Il riccio comune (Erinaceus europaeus) è uno degli animali più “tranquilli e pacifici” de mondo. Con il suo muso lungo e sottile, insieme ad un grande naso globoso, si ciba di invertebrati, piccoli rettili e anfibi. Il cibo viene rintracciato attraverso un fiuto ed un udito formidabile! Le attività sono notturne, un adattamento che si è evoluto con la cacci delle sue prede; e che sta rendendo possibile la sua possibile fine. Automobili, veleni, cibi salati o troppo zuccherati sono solo una minima parte dei problemi che un riccio deve affrontare per sopravvivere. Gli inglesi hanno preso seriamente la questione.

L’Inghilterra sta con il riccio comune!

Nel 1950 il Regno unito ospitava circa 30 milioni di esemplari; oggi la popolazione dei ricci è stimata intorno al 5% della popolazione originaria! Gli attivisti inglesi si sono messi all’opera! Ci sono scienziati che si travestono da ricci per sensibilizzare i bambini nelle scuole.

Linda Clements nel Warwickshire si prende cura dei ricci malandati o di passaggio da ben 22 anni! Il rifugio accoglie decine di ricci ogni mese. <<Vengono raccolti ai bordi delle strade e nei giardini, dove si mimetizzano tra le foglie. La gente non li vede e..>>. Il lavoro è molto impegnativo e a ritmo serrato. I piccoli, spiega Clements, necessitano di cure continuate. I più piccoli necessitano di mangiare ogni novanta minuti quando sono svegli; mentre la notte devono fare uno spuntino tra  le 2 e le 3 e la prima colazione alle 6:15. La cura di un cucciolo di riccio è paragonabile a quella di un neonato!

 

I pericoli corsi dai ricci

I pericoli più grandi sono propri i danni causati accidentalmente, i cosiddetti danni indiretti. Questi animali si mimetizzano bene tra le foglie e i cespugli, e un uomo con un taglia erba può mettere fine alla loro vita. Il ciglio della strada causa morie continue. Sacchetti e altri oggetti di plastica possono causare il soffocamento di questi animali. Oltre a questi problemi, i cani fanno la loro parte! Secondo la IUCN Red List il riccio comune è raro in Sardegna (R. Hutterer pers. comm. 2007), perché principalmente cacciato dai cani.

Persone, comunità, associazioni e parchi fanno del loro meglio per salvaguardare questi animali. L’Italia farà altrettanto?