Api Robot che impollinano i fiori? | La realtà

 

Questa non ne una bufala ne fantascienza, ma la realtà! Il tempo delle api robot è vicino e questi splendidi insetti alati, se non si estinguono prima, collaboreranno fianco a fianco con le loro gemelle robotiche. Ma questo come è possibile?

L’Istituto nazionale di scienze e tecnologie industriali avanzate (Aist) di Tsukuba, in Giappone, sta sviluppando i robot impollinatori, progettati per rimpiazzare api e farfalle, che sono ormai in declino a causa dei pesticidi.

Gli studiosi hanno incollato al dispositivo volante una striscia di crine di cavallo (per simulare la peluria delle api) imbevuta con un gel liquido ionico, grazie al quale il drone afferra e rilascia i granuli di polline. L’esperimento è stato effettuato in laboratorio, con dei gigli giapponesi e l’impollinazione ha avuto successo.

Ma non sono solo gli studiosi giapponesi ad avere in mente di fabbricare un drone impollinatore!

Una studentessa del Savannah College of Art and Design, Anna Haldewang, ha ideato un’ape robot in grado di impollinare i fiori. Questa è stata chiamata Plan Bee.

Il prototipo è composto da spugna, plastica e piccole pale che lo fanno volare come un drone. Il corpo è formato da sei piccole sezioni che sembrano dei petali e sono caratterizzate da piccoli fori in grado di risucchiare il polline. Il polline viene così immagazzinato, per poi essere trasportato su di un altro fiore




Secondo i dati della Fao, 71 delle 100 colture più importanti a livello globale vengono impollinate dalle api. Solo in Europa, ben 4 mila varietà agricole dipendono dalle api. Senza queste ultime, la produzione di pomodori, mele, fragole e mandorle subirebbe un vero e proprio tracollo

Le api robot sono meglio delle api domestiche?

Assolutamente no. Se da un lato le api robot non soffrono dell’inquinamento,  dall’altro non riescono ancora a fare il minuzioso lavoro delle vere api domestiche!

Ciò non toglie che le api dovrebbero essere tutelate, e i pesticidi dovrebbero essere eliminati dall’agricoltura. La ricerca dovrebbe essere rivolta verso alternative meno dannose.

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