Meccanismo di fuga dello scarafaggio

 

Anche se per molte persone questo animaletto è raffigurato come un vero e proprio mostro, al tempo stesso ci sorprende con la sua grande abilità di sopravvivenza. Il più singolare comportamento di sopravvivenza dello scarafaggio è il suo meccanismo di fuga, ben studiato da Camhi (1978).


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Il nemico naturale dello scarafaggio è la rana, l’anfibio più conosciuto da tutti. La rana, come molti sapranno, utilizza la sua lingua estensibile e appiccicosa per intrappolare e mangiare una vasta gamma di insetti e lo scarafaggio è uno di quelli. Ma un attimo prima del momento fatale lo scarafaggio si sposta repentino e la rana rimane a bocca asciutta! Come è possibile che questo piccolo insetto sia così tanto efficiente nella fuga?

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Questo particolarissimo comportamento è reso possibile grazie ai cerci, posizionati nella parte posteriore dell’animale su strutture allungate del corpo. Su ognuno dei due cerchi vi sono dei minuscoli peli sensoriali che sono innestati in maniera tale che ognuno di essi si possa spostare efficacemente solo in una direzione. Questi peletti sono collegati al sistema nervoso che crea impulsi che vengono recepiti come segnali di pericolo dal cervello. Qual’è il fattore che causa il movimento dei peli? Un semplice spostamento dell’aria circostante.


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Ora che sappiamo spiegare il meccanismo in toto possiamo descrivere con chiarezza la vicenda della fuga: la rana avvista lo scarafaggio, questo sente o vede la rana ma sta fermo. La rana si prepara a scocchiare la sua lingua e sposta l’aria circostante, tutto questo accade quasi precisamente in 41 ms (millisecondi) prima che la lingua esca dalla bocca dell’anfibio. Passato questo tempo il segnale viene trasmesso e i peli che si sono spostati in una direzione dirigono l’insetto lontano dal predatore! C’è in oltre da considerare che una volta che la lingua viene “lanciata” non c’è più modo di modificare la sua direzione!

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[su_heading size=”20″ margin=”10″]I giovani scarafaggi presentano fin da subito questo comportamento, poiché questo gesto innato è veicolato da una struttura corporea, ma è l’ambiente che “aggiusta il tiro”. Gli scarafaggini all’inizio manifestano il meccanismo di fuga con tutti gli spostamenti d’aria, crescendo imparano a calibrare questo tempo dell’impulso a 41 ms come tutti i loro simili.[/su_heading]

Non dobbiamo mai svalutare nessun animale, per quanto possa sembrare brutto o odioso per i nostri standard umani! Anche il buon odiato scarafaggio ha dimostrato di essere un animale interessante e affascinante, con comportamenti complessi e altamente specializzati.

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