Qualcosa di orribile si sta consumando nei territori dello Yemen, più precisamente allo zoo di Taiz. 265 animali sono tenuti in questo zoo, senza cibo e cure appropiate. Gli erbivori presenti nella struttura possono accontentarsi di qualche foglia o frutto, ma per i carnivori la situazione è davvero problematica.
Davanti a questa preoccupante situazione, Chantal Jonkergouw si è mobilitata per fondare l’associazione SoS Zoo and Bear Rescue. La missione dell’associazione era quella di raccogliere fondi e di ricollocare gli animali.
In soli 10 mesi, l’associazione ha raccolto circa 130.000 dollari. Questo denaro ha permesso a molti animali di sopravvivere ai morsi della fame. Questi soldi, però, sono solo un inizio, considerando che le spese settimanali per sfamare gli animali ammontano a circa 4.000 dollari.
Prima che fossero attuati provvedimenti adeguati, però, 11 leoni e 6 leopardi d’Arabia sono morti d’inedia; alcuni di questi animali, per sopravvivere, si sono dovuti cibare d’individui della stessa specie.
Ma come è successo?
La guerra civile che dilania lo Yemen ha portato i rebelli sciiti Houthi contro l’esercito dell’ex presidente Ali Abdallah Saleh. Dall’inizio del 2016, il governo ha perso il controllo della città di Taiz, capitale culturale del paese, e la popolazione ha dovuto abbandonare questa zona di guerra.
Le autorità dello Yemen, dallo scorso febbraio, hanno cessato i pagamenti degli stipendi agli impiegati dello zoo .
Cessata la fornitura di cibo
Lo scorso 30 novembre Jonkergouw ha deciso di interrompere gli aiuti allo zoo di Tain per esercitare pressione al governo. E’ così che i carnivori non si nutrono dal 16 dicembre, sopravvivendo solo grazie all’aiuto di qualche coraggioso volontario.
Abbiamo deciso di interrompere il nostro sostegno allo di zoo di Taiz fino a quando le autorità locali non ci permetteranno di evacuarli in zone più sicure. Proponiamo di ricollocarli in Giordania o negli Emirati Arabi, fino alla fine della guerra. (Chantal Jonkergouw)
Considerando la situazione, forse questa non è la tattica più saggia d’attuare!
L’animalista spera che il Governo ceda presto; nel caso più critico la speranza si rivolge all’eutanasia, piuttosto che ad una lunga agonia di fame.
Non abbiamo più fondi e non possiamo più sostenere le spese settimanali di 4000 dollari [per sfamare gli animali, Ndr]. Abbiamo già lasciato molto tempo alle autorità yemenite per risolvere il problema e gli abbiamo offerto delle valide soluzioni. A loro la responsabilità di fare le scelte giuste. Non sta a noi sobbarcarci una simile responsabilità se si rifiutano di considerare qualunque soluzione da noi proposta. (Chantal Jonkergouw)