A chiunque è capitato almeno una volta di ritrovarsi in casa un pesce rosso, pensando che si trattasse di un animale da gestire senza problemi. In effetti è così, ma bisogna considerare che anche i nostri amici pesci rossi hanno delle attenzioni talvolta importanti. Quando si parla di pesce rosso ci si riferisce a tutte le specie di pesci di acqua dolce con dimensioni inferiori a 30 cm di lunghezza; in particolare, gli esperti della GFSA (Goldfish Society of America) hanno sviluppato tre criteri di base per distinguerne tutti i tipi.
Classificazione pesce rosso
La classificazione e l’individuazione di ciascun esemplare, può essere effettuata osservandone la sua anatomia.
- Pesci a singola coda con pinna dorsale:
Pesce Rosso Comune
Shubunkin
- Pesci a doppia coda senza pinna dorsale:
Lionheadn (o “Testa di Leone”)
Ranchu
Bubble Eye
Celestial
- Pesci a doppia coda con pinna dorsale:
Fantail
Ryukin
Pearlscale (chiamato anche “Chicco di Riso”)
Veiltail
Telescopio
Oranda
Cura del pesce rosso
Per la maggior parte delle persone, il pesce rosso, rappresenta il primo contatto con il meraviglioso mondo dell’acquariofilia. Capita però di utilizzare spesso delle vaschette di dimensioni poco adatte alla sopravvivenza. Il pesce rosso non ha alcun modo di comunicare con il suo padrone, quindi quest’ultimo non può mai sapere se sta svolgendo un buon lavoro nei suoi confronti.
Per prima cosa bisogna considerare che ogni pesce ha bisogno di almeno 5-7 litri di acqua per far sì che possa muoversi senza problemi ma anche per far funzionare la convivenza con eventuali esemplari simili, quindi è consigliabile procurarsi un acquario. Se proprio non si ha la possibilità di acquistare un acquario, potete comunque provvedere con le classiche vaschette (con capienza di almeno 10 litri); anche un uomo può vivere in uno sgabuzzino con la giusta alimentazione, ma nessuno lo farebbe per tutta la vita. È importante non riempire la vaschetta fino all’ orlo purché si disponga di un’ampia superficie di contatto aria-acqua, che garantisce i vitali scambi gassosi.
Per quanto riguarda l’acqua da utilizzare sarebbe consigliato evitare quella del rubinetto in quanto ricca di cloro che è dannoso per la mucosa e per le branchie dei pesci (rischio di infezioni). Sarebbe molto meglio utilizzare l’acqua che proviene da una fonte ben depurata.
È possibile decorare la vostra vaschetta, ma senza esagerare in quanto i pesci, incuriositi posso ingerire materiale non digeribile.
L’accortezza principale riguarda l’alimentazione. Spesso, chi non ha esperienza dà una quantità di cibo eccessiva ai propri pesci, ma bisogna sapere che i pesci possono sembrare sempre affamati e quando risalgono in superficie non lo fanno sempre per avere da mangiare, ma come già detto per loro è fondamentale il contatto con l’aria. Se le quantità di cibo sono eccessive, possono avanzare dei residui che posso decomporsi e inquinare l’acqua. La dose giusta deve calcolarla chi se ne prende cura perché crescendo, i pesci, hanno bisogno di quantità diverse di cibo; sarebbero consigliate piccole dosi con frequenza di tre volte al giorno.
Il cambio dell’acqua è proporzionale alle quantità di cibo ingerito; più il pesce mangia e più sporca, quindi con le giuste somministrazioni di cibo sarà possibile cambiare l’acqua anche una volta a settimana, ma sarebbe meglio farlo almeno due o tre volte a settimana. Nel caso l’acqua ingiallisse in tempi più brevi, vuol dire che si sta somministrando troppo mangime.
Stess del pesce rosso
Il pesce rosso, così come ogni essere vivente, è esposto a fattori che possono provocargli stress, che è la principale causa che favorisce le malattie al nostro amico. Fattori da stress:
qualità dell’acqua: inquinamento, ossigenazione, pH;
fattori gestionali: illuminazione inadeguata, cambio acqua poco frequente;
alimentazione: eccessi alimentari, dieta poco adeguata;
ambiente: habitat inadatto;
convivenza: competitività territoriale, incompatibilità di specie, sovrappopolazione.
È importante prendersi cura del proprio pesce rosso in quanto è un essere vivente a tutti gli effetti e come tale ha bisogno di attenzioni, poche ma fondamentali, per far sì che possa trascorrere la sua breve vita in totale comodità; addirittura, in Giappone, il loro allevamento è considerato un’ arte.